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lunedì 18 marzo 2013

CONSIGLIO DI LETTURA: GEAB NR 73 - LA GRANDE NEBBIA STATISTICA....



Torniamo a  consigliarvi la lettura del report mensile del gruppo Leap 2020.


Per vedere il link della pagina originale in inglese, cliccate qui .


GEAB n. 73 – SOMMARIO 
Crisi Sistemica Globale: 2013, la “Grande Nebbia Statistica” ci costringe a passare dalla navigazione strumentale a quella a vista – I tranelli, i punti di riferimento e le griglie di lettura
In questo numero il nostro team ha deciso di discernere gli indicatori che riflettono la realtà, da quelli che invece sono illusori. Questo lavoro ci permette di sottolineare che non sempre la distorsione della realtà è dovuta agli indicatori stessi, ma al modo in cui essi vengono interpretati ...
La “Nebbia Statistica”: un esercizio di decrittazione applicato ai parametri dell'economia statunitense
L'analisi a seguire propone un quadro corretto e realistico della situazione mondiale, e soprattutto di quella oltre Atlantico, dove la realtà è particolarmente artefatta, non fosse altro che per l’evidente disconnessione dei mercati finanziari dalla realtà economica. Ma, a differenza di quanto faceva l'URSS ai tempi della sua “grandezza”, questo maquillage è decisamente più sottile, rispetto alla volgare manipolazione dei numeri ...
Crisi politica europea: tra nazionalismo populista e tecnocrazia europea, è il momento di chiedere ai popoli quale è la loro opinione
Mentre il mondo del post-sisma (2008) sta gestendo, bene o male, le scosse che si sono susseguite nel tempo (il blocco politico americano, lo psicodramma del “tetto del debito”, la riduzione del deficit, il dilemma fra salvataggio delle banche o quello dei paesi, il debito pubblico europeo, la guerra valutaria, le tensioni geopolitiche, ...), l'Europa sta entrando in una nuova fase della crisi, che questa volta è di tipo politico ...
Corea del Sud: verso un graduale ritiro delle basi militari americane
Nonostante che le tensioni tra le due Coree siano ovunque interpretate come il risultato delle abili manovre degli Stati Uniti, che stanno ri-orientando verso l’Asia i loro interessi strategici (e che desiderano rafforzare la propria presenza militare nella regione, in particolare lungo i confini con la Cina), il nostro team offre un’anticipazione "audace" e volutamente provocatoria ...
L’Euro forte: una scorciatoia per l’uscita dell’Europa e del mondo dalla crisi
Sembra che la BCE abbia deciso di non avventurarsi (a conferma del suo status di Banca Centrale più indipendente, rispetto alle sue principali omologhe, ed in particolare alla Fed, BoE e BoJ) sulla strada delle svalutazioni competitive, lasciando che l'Euro si rivaluti, temerariamente, contro il Dollaro, lo Yen e la Sterlina. Analizziamo i problemi e le sfide, per Eurolandia, di un Euro forte, e ne anticipiamo le conseguenze a livello globale ...
Raccomandazioni strategiche ed operative
. Valute: il Regno Unito verso una grave crisi monetaria
. Petrolio: un crollo e poi una nuova partenza ...
. Borse e Banche: attenzione, la barca brucia!!!
. Oppure: approfittate dei saldi ...
GlobalEurometre - Risultati & analisi
I risultati più importanti sono quelli relativi alla governance europea, e segnalano una reale perdita di fiducia nella sua capacità di gestire la crisi. La ripresa della fiducia nell’oro, nonostante la sua (attuale) perdita di valore, è un altro dato di notevole importanza, che dimostra di quanto l’opinione pubblica sia colpita dalla notizie relative alle valute ...


GEAB n. 73 – COMUNICATO PUBBLICO
Crisi Sistemica Globale: 2013, la “Grande Nebbia Statistica” ci costringe a passare dalla navigazione strumentale a quella a vista – I tranelli, i punti di riferimento e le griglie di lettura
Nelle tendenze “Up & Down” pubblicate nel GEAB di Gennaio, fra i “Down” – sezione indicatori economici – abbiamo scritto: «Fra gli indicatori economici di breve termine, che descrivono solo ciò che si è verificato nel corso dell’ultima settimana, ce ne sono alcuni che sono manipolati dai Governi, per riflettere il messaggio che essi vogliono dare, ed infine degli altri ancora che non hanno più alcuna rilevanza nel mondo di oggi, perché la realtà economica è male interpretata (ed a volte anche mascherata). Questi indicatori, tuttavia, vengono seguiti dalle imprese, dalle banche, e perfino dai Paesi. Questa “nebbia statistica” impedisce una navigazione affidabile, d’importanza primaria in questi tempi di crisi».
Sia essa il frutto di un’intenzionale manipolazione da parte dei vari players, nei loro sforzi per la sopravvivenza, oppure il risultato dell'estrema volatilità delle basi di calcolo (come ad esempio il valore delle valute, ed in particolare del Dollaro statunitense), questa tendenza si è comunque confermata.
E’ indispensabile, in ogni caso, poter disporre di indicatori affidabili e rilevanti sulla situazione economica, politica e sociale a livello mondiale, per superare la crisi senza incidenti. Ma, nel migliore dei casi, quelli utilizzati dai Governi e dalle Imprese sono pressoché inutili, in questo periodo di forte ristrutturazione mondiale, e addirittura dannosi, nel peggiore dei casi.
Ecco perché, in questo numero del GEAB, abbiamo deciso di distinguere, fra i vari indicatori, quelli che riflettono la realtà da quelli che sono invece delle mere operazioni di facciata. Questo lavoro ci permette di sottolineare, inoltre, che non sempre la distorsione della realtà è dovuta agli indicatori stessi, ma al modo in cui essi vengono interpretati.
In un mondo dove circolano così tanti assets-fantasma, debiti incerti, prodotti opachi, derivati privi di valore … la finanza è sempre più scollegata dalla realtà. Gli indicatori finanziari (ed in particolare gli indici di borsa) devono quindi essere interpretati facendo uso della massima attenzione, come vedremo più avanti.
Allo stesso modo la soap-opera settimanale sulla "vita economica" ci tiene sulle spine, a volte attraverso la pubblicazione di dati "fiduciari" o "confidenziali”, a volte con gli annunci delle Banche Centrali ... ma i fondamentali non si evolvono con questo ritmo, e la realtà è del tutto inutile in questa specie di “metodo Coué” (è una tecnica di autosuggestione cosciente, ndt), basato su dati psicologici.
Queste informazioni di breve termine hanno più che altro l’effetto di nascondere la profonda malattia dell'economia, e non d’influenzare sul serio la realtà, come preteso da certe Istituzioni, ed in particolare in questo periodo di crisi estrema.
Per quanto riguarda le statistiche reali, il modo con cui questi parametri vengono calcolati non riflettono, a volte, il vero paesaggio economico: la stessa cosa vale, ad esempio, per i dati sulla disoccupazione o sull'inflazione, due parametri ben ancorati nella realtà, che giocano giustamente un ruolo significativo. Ma, come recita un detto popolare, "se non si può fermare la febbre, si rompe il termometro".
Dobbiamo quindi decrittare queste statistiche, per ottenere una visione più chiara, come faremo per gli Stati Uniti d’America, nel prosieguo di questo GEAB.
Oltre alle statistiche che descrivono l'economia reale (l’occupazione, i consumi, il volume del commercio internazionale, il consumo di energia, etc.) e quella virtuale (la de-industrializzazione, il debito), è interessante considerare anche la realtà sociale e politica, attraverso degli indicatori che riflettono la povertà, la demografia, i conflitti, la situazione dello stallo politico, etc. ...
Ovviamente, devono essere seguiti anche gli indicatori generali, quali ad esempio il PIL o i tassi di cambio, ma tenendo presente che il primo può essere artificialmente “massaggiato” dalla parte "virtuale" dell'economia (assets bancari deteriorati, attività delle Banche Centrali), ed i secondi temporaneamente perturbati dalla speculazione (anche se, a lungo andare, non possono che riflettere lo stato reale delle varie economie).
In breve, è necessario guardare con occhio critico le statistiche giornaliere che ci vengono fornite. Applicheremo questo precetto particolarmente per gli Stati Uniti, perché lì la distorsione è veramente esagerata mentre, per quanto riguarda l'Europa, essa impazza ogni giorno sui media anglosassoni.
Sguardo critico che è ancor più importante per individuare i giusti parametri di riferimento, e per eliminare l’illusione di un cambio di paradigma del sistema istituito dagli Stati Uniti, che invece sta collassando. Per diversi decenni, in effetti, hanno mantenuto il loro ruolo ponendosi al di sopra delle regole del gioco, grazie al carattere (preminente ed indispensabile) della loro moneta: il Dollaro.
La messa in questione di questo vantaggio li costringerà a diventare un potenza come un altra. Tutto ciò richiederà un aggiustamento considerevole che si rifletterà, ad esempio, nell’abissale deficit commerciale, nella de-industrializzazione e nel debito complessivo degli Stati Uniti, con enormi conseguenze sulla loro capacità d’influenza e sul tenore di vita dei suoi cittadini.
I paesi posti nella sfera d'influenza americana (soprattutto il Regno Unito ed il Giappone, totalmente allineati sui principi del modello economico degli Stati Uniti), che hanno beneficiato della situazione privilegiata del loro patrono, saranno anch’essi affetti da questo aggiustamento.
L’Europa (vicina a questo modello economico, in particolare dopo la caduta del “Muro di Berlino”, ma il cui progetto d’integrazione è volto ad aumentare l'indipendenza dagli Stati Uniti) sarà parzialmente coinvolta da questo vortice, ma le sue caratteristiche strutturali le permetteranno di non esserne travolta.
Detto questo, nel 2013 non solo le potenze occidentali, ma il mondo intero annasperà, comprese le nuove potenze rappresentate dai BRICS, nelle cui economie cominciano ad apparire le bolle causate dal denaro facile iniettato dalla FED negli Stati Uniti, e da questi nel resto del mondo (1).
Per quanto riguarda la situazione europea, questa è ben lungi dall'essere perfetta, visto l’alto tasso di disoccupazione, una crescita assente o negativa, ed ora anche una crisi politica, che sta minando la fiducia dei mercati nell’Euro.
Tuttavia, i paesi europei non devono fare i terribili aggiustamenti degli Stati Uniti. Nel caso di Eurolandia, inoltre, il necessario cambiamento, seppur lontano dall'essere concluso, è comunque in gran parte cominciato.
Giova ricordare che, secondo noi, l'UE non ha futuro nella sua forma attuale, visto che è bloccata dalle tergiversazioni britanniche, minata da un’espansione incontrollata (causata principalmente da Washington), paralizzata dalla sclerosi delle Istituzioni di Bruxelles, e per di più sofferente di un grave deficit democratico.
Un’Eurolandia potente, integrata in modo naturale dalla moneta comune, flessibile e priva di qualsiasi peso morto, potrebbe essere il nuovo motore, capace di dare impulso alla soluzione dei suoi problemi, che sono di ordine finanziario, sociale e politico. In questo senso Eurolandia rappresenta l’unica soluzione possibile per il futuro del continente europeo.
Come andremo ad analizzare nel prosieguo di questo GEAB, le dinamiche (anticipate da LEAP) che hanno permesso ad Eurolandia di domare la tempesta che si era abbattuta su di essa nel 2011-2012, le consentiranno di superare ora la più grande sfida politica posta dall’integrazione europea: la sua democratizzazione (senza la quale, nonostante tutti i suoi assets, Eurolandia non avrebbe un futuro).
Infine, prima delle nostre raccomandazioni e del GlobalEurometre, analizzeremo la situazione geopolitica coreana, il prossimo campo di battaglia tra la Cina e gli Stati Uniti.
Mercati Finanziari: gli indicatori devono essere letti alla rovescia
Cominciamo con il simbolo della ripresa statunitense, la borsa, che mostra risultati incredibili: il Dow Jones, gli indici S&P 500 e Nasdaq, o hanno migliorato i records del 2008, o sono molto vicini a poterlo fare (2).
La sola ed unica ragione di questo aumento è molto chiara, ed è anche riconosciuta a livello ufficiale (3): le borse devono la loro salvezza alla Fed, le cui iniezioni di liquidità hanno gonfiato artificialmente le borse.
Si tratta quindi di indicatori molto “massaggiati”, che non riflettono certamente l'economia reale, ma hanno il solo obiettivo di dare nuova fiducia alle borse, e di rilanciare conseguentemente i consumi.
Non è così sicuro che un giorno quest’obiettivo possa essere raggiunto, perché la fiducia dei consumatori continua ad essere inferiore ai minimi del periodo 1995-2007 (senza contare che l’indice della fiducia a sei mesi è di sette punti inferiore). (4)

Tuttavia, anche questa indiscutibile "schiarita" deve essere messa nella sua giusta prospettiva. Si tratta veramente di un record, anche quando compariamo l’indice Dow Jones all'oro (un riferimento per certi aspetti più credibile del Dollaro USA)?

E come si può essere deliziati dalle prestazioni della borsa, quando i volumi sono del 40-50% più deboli rispetto a quanto lo fossero prima della crisi, e comunque così deboli che anche la sola speculazione in stile “casinò”è in grado di far muovere i prezzi?

E' facile vedere che i prezzi di borsa sono scollegati dall'economia reale, e non possono quindi essere un indicatore pertinente.
E' immediato constatare che la distorsione più grande è quella degli Stati Uniti. L'Euro Stoxx 50 Index, in Europa, è stagnante dal 2009, come del resto molti altri indici nazionali europei (il CAC40, ad esempio), mentre lo SSE Composite Index è in calo da più di due anni (!), nonostante il dinamismo cinese.
L’irrilevanza di questi indicatori (indici di borsa, ndt) è confermata, inoltre, dall’improvviso aumento del Nikkei (+40% in meno di 4 mesi), nonostante il Giappone si trovi in una situazione molto brutta, con debiti insostenibili ed un grave deficit commerciale.
Le quotazioni di borsa, se mai possono essere un indice di qualcosa, lo sono per il grado di virtualizzazione dell'economia, per l’estensione del fenomeno speculativo, e per il grado d’indebitamento di un paese.
Il nostro team non ha fatto altro che attaccare la scarsa importanza di questi aumenti dei prezzi di borsa. In un qualche modo, tuttavia, si potrebbe legittimamente leggere questi aumenti in senso opposto: più alto è il mercato azionario, più catastrofica è la situazione economica reale, e viceversa.
I parametri che saranno dissezionati, nel resto di questo Geab, sono: la disoccupazione, le valute, il settore immobiliare, la bilancia commerciale ed i consumi.
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Note:
(1) Fonte: Asia Times, 25.02.2013
(2) Il che non è necessariamente una buona notizia, se si guarda a quello che è successo negli ultimi tempi alle borse, quando hanno raggiunto questi livelli ...
(3) Fonte: The Examiner, 21/02/2013.
(4) Fonte: Bloomberg, 2013/01/03.


NB: Traduttore Franco, che ringraziamo.
Fonte: Fabionews.





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