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CONSIGLI UTILI




Ci sono giunte,nelle scorse settimane, tantissime richieste via mail di accorpare in unico post le cinque parti componenti il tutorial del titolo. E qualcuno ci ha anche chiesto di trasformare il tutto in un PDF da poter scaricare!!!


E' nostra intenzione in futuro aggiungere diversi servizi, tra cui ci saranno sicuramente una newsletter settimanale con una selezione dei migliori articoli pubblicati, un appuntamento speciale dedicato alle domande dei nostri lettori - sempre più numerosi- e tanti altri di cui al momento non possiamo svelarvi nulla - dato che sono ancora in fase di studio e non definitivi.


Abbiamo però deciso di accontentare la richiesta  di fare un unico post per i nostri consigli per fare un buon trading, poichè riteniamo che sia più facile in questo modo, sia per i "vecchi" ma soprattutto per i "nuovi " lettori di Diario di un Trader, approfondire meglio gli argomenti trattati.


PRIMA PARTE


Diciamolo subito: vivere di trading è il sogno di molti. E proprio per questo, ovviamente, non è una cosa facile,per niente!!!!!

Stare a casa propria,gestire i propri capitali,e avere una rendita costante senza chiaramente mettere a rischio i capitali stessi(che sono lo ricordo lo strumento di lavoro chiave per un trader)è il non plus ultra per chi vuole operare sui mercati,avendo una indipendenza economica ma anche di gestione del proprio tempo libero non paragonabile con la maggior parte delle altre attività(a meno che non sei la moglie di Berlusconi!!!).

Se i dati però dicono che più del 90% dei trader perde solo soldi sui mercati,l'evidenza è che sono pochissimi quelli che guadagnano.


E il fatto di riuscire a guadagnare,non significa affatto che si può vivere di trading(anche se è già un ottimo risultato,sia chiaro).

Provo a darvi umilmente dunque qualche piccolo consiglio,basandomi ovviamente su quella che è stata la mia esperienza,che non può essere replicata pari pari,perchè ognuno di noi ha un approccio diverso verso i mercati,soprattutto dal punto di vista emotivo(la psicologia vale più di qualsiasi trading system).

Lo farò gradualmente,in modo che ognuno possa  valutare punto per punto quanto detto e perchè no magari discuterne con qualche intervento.


Prima di tutto la cosa fondamentale è capire che tipologia di operatività voglio e posso fare sui mercati.Buona parte delle persone nemmeno se lo chiedono,ma è fondamentale che ogni dettaglio sia stabilito prima anche solo di iniziare a operare sui mercati.

Decidere se fare intraday anzichè multiday innanzi tutto, e se multiday deve essere bisogna valutare con che ottica temporale. Anche perchè vanno considerati attentamente i costi di intermediazione,la leva finanziaria utilizzata e,a partire da marzo 2013 sul mercato italiano,le ricadute della tobin tax.

Tutto deve essere stabilito prima di operare,dal prezzo di ingresso(long o short),lo stop loss da applicare se mi posiziono dalla parte sbagliata del mercato,e i take profit(che possono essere alzati gradualmente,magari riducendo la posizione man mano che i prezzi salgono).

Nel momento in cui decido di operare,è assolutamente FONDAMENTALE non cambiare in corsa quanto stabilito dalla strategia che il mio studio ha prodotto.E questo uno degli errori comuni di noi trader(a tavolino spesso siamo bravissimi,ma sui mercati poi tutto cambia:ma di questo parleremo in futuro).

Tornando all'orizzonte temporale, se voglio sempre restare liquido a fine giornata e quindi scelgo l'intraday,questo mi consente di evitare i costi derivanti dall'utilizzo di leva finanziaria(nel caso si faccio utilizzo)e,da marzo 2013,anche la tobin tax.


I grafici più utilizzati per operare intraday sono il 5 minuti,il 30 minuti,il 60 minuti per arrivare al giornaliero.Anche qui attenzione al numero di operazioni effettuate,e all'obiettivo che ognuna si pone, perchè se alla fine l'intermediario guadagna quanto o piu di voi,senza i rischi che voi correte,il trading già non ha piu alcun senso.

Con il multiday,questo rischio si attenua non poco,ma come contraltare se si utilizza la leva bisogna considerare i costi di marginazione o prestito titoli(in caso di short) e,da marzo 2013,anche i costi della tobin tax(ma solo sul mercato italiano).I grafici piu utilizzati sono i 60 minuti,giornaliero e settimanale.La cosa più complicata in questo caso è avere la pazienza di aspettare i target,anche perchè molto spesso ci vuole tempo per questo,e mentre si è disposti ad aspettare quando si è in loss(disapplicando nella stragrande maggioranza dei casi lo stop loss e diventando quindi cassettisti per necessità),raramente si ha la pazienza di fare altrettanto quando si è dalla parte giusta del mercato.

Alla base di tutto ricordiamolo però ci deve essere un vostro trading system,creato da voi,che risponde alle vostre esigenze operative e al vostro approccio psicologico da mercato. 


A dirvi se questo funziona saranno i dati statistici e il vostro portafoglio, e questo trading system andrà messo in discussione se, e solo se,non risponde piu ai vostri obiettivi.Mai in caso contrario.


SECONDA PARTE

Vediamo dunque cosa fare praticamente, al di là  se per arrotondare con il proprio gruzzolo,facendo un trading piu di medio periodo(cosa a mio modo di vedere molto piu semplice,con un buon metodo),oppure per chi pensa di poterlo fare come vera e propria attività lavorativa,provando quindi a vivere di trading(cosa molto più complicata e difficile da realizzare,come i fatti dimostrano,soprattutto per la componente psicologica che mette a dura prova portafoglio e nervi-per ovvi motivi dato che tutto dipende dal trading).

Diciamolo subito: capire cosa fare,come posizionarsi,il metodo da utilizzare,le strategie da adottare,etc. etc fanno parte di un lungo percorso di maturazione e crescita,che consente alle persone di capire quali scelte fare.

Probabilmente, per arrivare a fare una scelta drastica e coraggiosa(perchè ci vuole coraggio senza ombra di dubbio)di decidere di vivere facendo trading,quindi senza altri redditi da lavoro(pagando solo la ritenuta alla fonte,con tutto quello che questo comporta in termini previdenziali,assicurativi,etc etc),una persona deve avere veramente nel sangue la predisposizione a fare ciò,soprattutto dal punto di visto emotivo e psicologico.

Tale componente infatti riveste un peso preponderante,sia nel corretto approccio verso i mercati,sia a maggior ragione nella capacità di continuare ad avere risultati sostenibili nel tempo. 

Persone che occasionalmente,o per un certo periodo,sono in grado di fare guadagni,anche importanti,ce ne sono tantissime(si pensi ai periodi di bolla,dove davvero anche chiudendo gli occhi si ha la possibilità di fare soldi facili).

Ma la stragrande maggioranza,come sappiamo,alla lunga lascia quelli e gli altri di soldi,e in ogni caso,non riesce ad ottenere risultati positivi sostenibili nel tempo.

Molto piu fattibile invece,a mio modo di vedere,anche se tutt'altro che facile sia chiaro,costruire un metodo per fare trading per remunerare in maniera soddisfacente i propri risparmi,ma rimanendo sempre in un contesto di attività secondaria. Questo soprattutto perchè la tranquillità di avere un reddito da lavoro(soprattutto se a tempo indeterminato,meglio ancora se con le garanzie date dal pubblico o da una grande azienda),con le necessarie coperture previdenziali e assicurative(che vivendo solo di trading non si avrebbero-e quindi una persona sarebbe costretta a costruirsi a proprio spese,per far fronte agli imprevisti che la vita comunque può riservare),sommato al fatto che,vi assicuro,anche con la piu grande predisposizione e la piu grande esperienza acquisita,sui mercati non sei mai al sicuro su niente,sono due fattori da tenere bene a mente.

Detto questo,altra considerazione importante per scegliere cosa fare è quella di valutare i capitali che sono a disposizione.

Ovviamente,se la mia vuole essere una attività secondaria,va bene qualsiasi somma,anche se questa, per avere una buona possibilità di ottenere adeguata e sostenibile remunerazione, dobbiamo essere certi di non averne bisogno per un ragionevole periodo di tempo.

Per arrivare anche solo a pensare invece di poter vivere di trading,le somme a disposizione devono essere importanti,per tutta una serie di ragioni. Questo perchè devo costruirmi nel tempo tutta una serie di "cuscinetti" di emergenza da utilizzare in caso di imprevisti,sia personali che operativi,oltre che per farsi da se i piani previdenziali e assistenziali.

Ma anche perchè il mio capitale rappresenta il mezzo piu importante per poter fare il mio lavoro, e più questo è grande,piu è fondamentale aumentare prudenza e utilizzo di strumenti di protezione.

La cosa ideale,a mio modo di vedere,fatto 100 un patrimonio finanziario,è avere un 50% almeno in investimenti ad alto grado di sicurezza e rischio bassissimo(quindi portafogli remunerati e qualche obbligazione corporate con buona cedola, da comprare sui tonfi del mercato,tipo Nestlè per intenderci),che finanzi annualmente i costi per i piani previdenziali e assistenziali.


Poi un 30-35% che lavora su posizioni in etf e azioni,in maniera non altamente speculativa,posizionandosi nel breve-medio periodo,con leva davvero ridottissima,o addirittura senza leva(sia per i costi della marginazione per posizioni di lungo periodo,sia per i rischi insiti nell'utilizzo della leva stessa).

Infine un 15-20% dedicato al trading più attivo e altamente speculativo(quanto dipende dal proprio metodo,dagli strumenti scelti e dalle strategie utilizzate),basato quindi essenzialmente su intraday e operazioni di brevissimo periodo,con un buon utilizzo di leva finanziaria(ma senza mai spingersi oltre certe soglie,mi raccomando!).

Per poter anche solo pensare, in ogni caso, di fare soldi sui mercati(indipendentemente se come attività secondaria o principale),devo avere un metodo operativo che mi da risultati positivi(misurabili sia in termini assoluti,ma soprattutto in termini statistici ben precisi)per un periodo sufficientemente lungo di tempo.

E che tenga conto anche di diverse situazioni di mercato.

Personalmente,per farvi un esempio(ma ognuno può avere necessità di tempi diversi),ho iniziato a fare trading nel 97-98,ma ho capito di poter fare risultato in maniera sostenibile nel tempo solo dopo 3-4 anni(diciamo dopo lo scoppio della bolla sui tecnologici del 2000-2001); e di poter vivere in maniera esclusiva di questo,solo a partire dal 2003-2004(quindi quasi 7 anni dopo).

Questo metodo operativo lo devo applicare in maniera fredda e scrupolosa e non devo metterlo mai in discussione fino a quando i risultati,assoluti e statistici,non mi dicono che devo farlo. Le strategie operative vanno stabilite a mercati chiusi,non devono essere influenzate dal "rumore" sempre presente derivante da news e rumors(che servono solo a correggere o ad amplificare movimenti di fondo sempre ben definiti),e devono avere sempre ben chiari 3 elementi: a che prezzo comprare o vendere-in caso di short,;quale è il mio obiettivo(di rischio-definito da stop loss RIGIDISSIMI- e rendimento-definito da take profit,questi volendo anche piu flessibili);quanta parte del mio capitale dedicare  ad una operazione(non esponendomi mai comunque oltre certe soglie).

Se faccio trading come attività secondaria,il mio metodo può anche esporre a volatilità estrema il mio portafoglio(se questo è il mio obiettivo ovviamente),che può essere sottoposto quindi a scossoni,perchè comunque questo non mette a repentaglio la mia situazione complessiva,avendo la serenità di avere comunque uno o piu redditi da lavoro in famiglia.

Se invece voglio vivere di trading,il mio metodo deve avere risultati quanto piu possibile poco volatili e costanti nel tempo,anche per consentirmi di adeguare il mio tenore di vita a questi risultati. I "cuscinetti di emergenza" ,oltre a servirmi per i motivi suddetti,possono essere utilizzati anche nelle occasioni "storiche" che i mercati offrono "una tantum" nel corso degli anni,sebbene sempre utilizzando gli adeguati strumenti di protezione.

Prima di concludere questa seconda parte,un piccolo chiarimento e tre grafici,un sp500 weekly,un ftse mib weekly e un ftse mib orario. 

Il piccolo chiarimento: quanto sopra detto,è frutto della mia analisi e della mia esperienza.Questo ovviamente non è detto che possa essere valido per tutti,ognuno infatti le proprie scelte le deve SEMPRE fare da solo in base ai propri obiettivi,e alle proprie valutazioni. Le considerazioni sul metodo però,vi assicuro,sono oggettivamente valide per tutti,e se qualcosa non funziona,dipende solo ed esclusivamente dal fatto che vengono disapplicate le regole del proprio metodo operativo. Nessuno che ha un metodo che funziona in qualsiasi condizione di mercato vi dirà mai tutti i segreti del proprio metodo,frutto di studi,di stress emotivi,"sciaquadenti","bagni di sangue",durati anni e anni. 

E se qualcuno prova a vendervi questo,dubitatene sempre.

Però le regole che sono alla base di un metodo sono veramente universali.


I grafici che vi pubblico servono a farvi capire come un semplice grafico weekly di sp 500 e ftse mib (con ema a 25-65-100 e 200)possa essere un buon punto di partenza per capire come posizionarsi sul mercato(la terza parte sarà dedicata a questo),ossia long,short o flat(se si è in trading range o in situazione di incertezza),utilizzando il proprio metodo. 

Quello orario serve a farvi capire come in situazione di trend(come quello partito sul nostro indice dal 10 dicembre 2012) non è poi cosi difficile seguirlo il movimento.











TERZA PARTE

In questa terza parte l'obiettivo è di dare alcune indicazioni e alcuni suggerimenti a chi vuole posizionarsi sui mercati senza necessariamente seguirne i movimenti di brevissimo termine(chiaramente molto più erratici e difficili da cogliere),ma cercando di coglierne i trend di medio lungo,adattando cosi la propria strategia operativa a tale obiettivo.

Un metodo operativo che abbia questo obiettivo deve intervenire con scarsa frequenza,a meno di un cambiamento di scenario(solitamente si hanno trend rialzisti,trend neutrali di congestione-che possono essere di continuazione o di inversione-e trend ribassisti)o solo per alleggerire-nelle fasi di eccesso del trend-o aumentare-nelle fasi di debolezza del trend-l'esposizione sugli strumenti scelti.

Una scelta selettiva di etf,etc e azioni costituiscono la base di partenza migliore per realizzare questo obiettivo,tenendo conto ovviamente che una maggiore presenza di titoli azionari renderà più volatile il mio portafoglio(per ovvie ragioni,sia in positivo-se sono bravo a fare lo stock picking- che in negativo- se invece non sono cosi bravo),una maggiore presenza di etf (che per loro natura replicano passivamente gli indici,che chiaramente sono sempre meno volatili e meno rischiosi di un singolo titolo- per capirci,l'esperienza degli azionisti Saipem questa settimana non può ripetersi su un indice!!!!)renderà invece più regolare e privo di scossoni l'andamento.

Detto questo,è assolutamente fondamentale capire che anche l'evento più violento e inatteso sui mercati va inquadrato sempre nel contesto generale in cui questo avviene, e ovviamente le ricadute di tale evento possono essere ben diverse,soprattutto in termini di strategie operative,a seconda di quanto io sia bravo a identificare la fase,e dunque il trend,in cui mi trovo.

Vi faccio un esempio pratico per farvi capire:

partiamo da un grafico settimanale sp 500 per vedere il movimento 1986-1993.




Se ci fate caso,l'ottobre 1987 è ricordato da tutti(trader giovani,ma soprattuto da quelli meno giovani) come uno degli eventi terribili avuti sui mercati finanziari. Per carità,non si può dire che non lo sia stato: fare un meno 35% in 3 settimane su sp500 non è poi un evento cosi frequente(non il meno 35%,ma le 3 settimane in cui si è realizzato).

Ma come potete vedere dal grafico, sebbene si sia avuto un movimento cosi violento,che dopo un primo recupero di un 20%, ha avuto necessità di altre 8 settimane(sempre con volatilità molto sostenuta) per trovare un equilibrio,il mercato è poi ripartito con molto calma e gradualità già a partire dalla fine del 1987 stesso,anche se ovviamente è tornato sui massimi da cui era partito il tonfo solo nell'estate del 1989.

E' stata dunque la più classica grande opportunità di acquisto(nonostante tutti la ricordino come un evento shock).

Perchè l'indice è ripartito e non ha continuato a scendere???? 


Semplicemente perchè le sue medie di lungo periodo hanno retto l'impatto violentissimo del sell off,e,dopo un ritest per verificarne la tenuta,il mercato è tornato alla normalità,con la volatilità in deciso rientro,costruendo una fase di accumulazione(di quasi un anno), terminata nel momento in cui la ema a 25 weekly ha incrociato al rialzo la 65,cui ha fatto seguito il deciso rafforzamento del mercato.

Vediamo ora una serie di altri esempi,analizzando sempre sp 500 nel periodo 1997-2002.



Un altra serie di eventi che provocarono una serie di scossoni sui mercati furono quelli che si realizzarono nel periodo fine luglio-inizio ottobre del 1998,anche questo periodo ricordato come nefasto dai più.

La crisi russa e il fallimento del Fondo "fenomeno" LTCM diede si uno spauracchio forte ai mercati,che ricordiamolo venivano da un rally di una regolarità straordinaria,quasi privo di grandi correzioni,con l'indice sp500 passato dai 450-500 di inizio 1995 ai 1150-1200 di luglio 1998.

Ma anche qui tutto si trasformò in una grande opportunità di acquisto,dato che il tutto si concretizzò in un doppio test della ema a 100 weekly(nemmeno si avvicinò alla 200),senza riuscire ad avere nemmeno il cross ribassista della 25 sulla 65.

Prova ne sia che l'indice ripartì subito con immediato vigore,riassorbendo il meno 20% in pochissimo tempo,tanto che già nel gennaio del 99 aveva rinnovato i suoi massimi.

Le cose andarono diversamente,come potete vedere,nel periodo 2001-2003(in cui si videro gli effetti dello scoppio della bolla speculativa sui tecnologici). Non parlo di marzo 2000(anche se tutti ricordano questo come periodo nefasto,dato che in maniera più violenta inizialmente furono colpiti i tecnologici,con altri settori però che performarono meglio),dato che in realtà vi furono si correzioni molto forti,fino al test della ema a 65(simili a quelle viste anche prima),ma l'indice ancora nel settembre 2000 era tornato in prossimità dei massimi,da cui poi partì la fase di neutralizzazione del trend vera e propria,con la perdita graduale di tutte le medie importanti,il cross della ema a 25 prima sulla 65 e poi sulla 100,il primo segnale di inversione ribassista del trend e la successiva conferma,con pullback,del segnale di inversione stesso.

Come si può notare,quando arrivò il famoso evento dell'11 settembre 2001(attentati alle Torri gemelle) sp500 era in un trend ribassista-stabile-già da quasi 8 mesi. E quell'evento ne accelerò semplicemente il trend stesso,costruendo un minimo che fu però solo il secondo più importante dell'intera fase bearish,da cui partì una prima fase di assorbimento degli eccessi molto articolata,ma che non impedì al mercato di rinnovare in maniera decisa i suoi minimi nell'estate-autunno del 2002,con ritest nel marzo 2003. 


Per finire, un ultimo esempio. Sp500 2007-2009.



I massimi visti nell'ottobre 2007(1576) sono quelli assoluti,finora(dato che non siamo molto lontani al momento), su questo importantissimo indice americano.Con il movimento di gennaio 2008 si neutralizzò il forte trend rialzista partito nel 2003,ma solo nel maggio del 2008 si confermò l'inversione ribassista del trend. E quando arrivò la notizia del fallimento di Lehman Brothers, che tutti identificano come l'evento più nefasto degli ultimi anni,sp500 era in fase di ribasso confermata già da 4 mesi.

A che cosa devono servire tutti questi esempi che vi ho fornito sul più importante e seguito indice a livello globale???

Semplicemente a farvi capire che,qualsiasi cosa accada sui mercati,se voi avete ben chiaro la fase in cui vi trovate in quel momento potete tranquillamente fare a meno di farvi prendere dal panico o dall'euforia che gli eventi spesso finiscono per generare,individuando con esattezza se gli eventi stessi costituiscono una opportunità o un rischio,ridefinendo la vostra strategia operativa in base alle valutazioni che ne conseguono,stabilendo con estrema chiarezza cosa fare.

Venendo ai nostri giorni,se guardate l'ultimo grafico allegato ,sp500 potrebbe tranquillamente correggere fino ai 1280-1340 senza per questo dare ancora alcun segnale di inversione ribassista,ricordandovi che i tempi e la velocità con la quale si realizzano le correzioni dai massimi fanno davvero la differenza(più impulsiva e veloce è la correzione più probabilmente questa rientrerà dai suoi eccessi quantomeno).

Viceversa,se rompiamo i massimi visti questi giorni,molto probabilmente sp500 proverà ad andare a testare la trend che unisce i massimi storici in area 1590-1600.

Saranno i mercati stessi che ci diranno cosa fare:la cosa importante è saperne cogliere i segnali per tempo,e,di conseguenza,adeguare la nostra strategia operativa in base a questi segnali.

QUARTA PARTE

In questa occasione, affrontiamo uno degli aspetti più importanti,di quelli che fanno davvero la differenza,nell'approcciare nella maniera giusta,soprattutto operativamente,il proprio trading,ossia la definizione del trend(ammesso ovviamente che ce ne sia uno).

Tutti i titoli,come sappiamo,possono essere sostanzialmente in tre fasi: rialzista,ribassista o in trading range(di fatto quindi senza un trend definito),fase questa che spesso è di continuazione del trend,ma che può essere anche di inversione,e la cui uscita generalmente fornisce forte direzionalità.

Ovviamente,indipendentemente dalla fase in cui si trovano,questo non significa che i titoli, se, ad esempio, sono rialzisti,salgono e basta,ma all'interno dei trend di fondo,regolari,con massimi e minimi crescenti,hanno dei movimenti correttivi senza modificare il trend stesso.
E' davvero fondamentale definire questi aspetti per approntare le giuste strategie operative,soprattutto in base agli orizzonti temporali,agli obiettivi che mi pongo,e al profilo rischio-rendimento che la mia operatività si prefigge.

Prendiamo il caso di un titolo con un chiarissimo trend rialzista,su tutti i frame,giornaliero,settimanale e mensile,ossia Azimut.









Come potete vedere, al break rialzista della trendline ribassista che partiva dai massimi di fine 2009,avvenuta a inizio settembre 2012,il titolo ha avuto un andamento rialzista straordinariamente regolare e ordinato,con le correzioni che al massimo si sono spinte(cedendola solo in due occasioni frazionalmente per una due sedute)fino alla ema a 25 daily.Da poco sopra 8 euro a oltre 13 senza fiato.Quale poteva essere l'unica strategia operativa sul titolo,soprattutto per chi voleva farlo multiday, con ottica di posizione, non altamente speculativa???? Long,dannatamente,maledettamente,esclusivamente long!!!!!Le possibili operatività sono molteplici,e vanno stabilite in base ai propri obiettivi e al proprio trading system.Personalmente,con segnali del genere,apro posizioni "pesanti",che dimezzo ogni qualvolta si ha un eccesso di rialzo(con presenza di forti divergenze ribassiste) segnalato o sul 60 minuti o sul daily o da entrambi,lasciando sempre andare l'altra metà(fino a quando i grafici daily prima e weekly poi non mi confermano che la festa è finita),e riaprendo la metà chiusa ogni qualvolta vi è un movimento correttivo,soprattutto sulla ema a 25,con escursioni max sulla ema a 65 daily.

Andare short multiday su un titolo che ha dato segnali del genere è pura follia,significa potenzialmente puntare a guadagnare briciole,rischiando di trovarsi in loss pesantissimi.
Ecco perchè è fondamentale stabilire il trend.
L'unica possibilità di guadagnare in short su titoli cosi impostati è quella di farlo sfruttando i movimenti correttivi dati dall'accoppiata 30-60 minuti,meglio ancora se confermata da un sell anche sul daily(che indebolisce ulteriormente il trend di brevissimo).Ma l'ottica,badate bene,deve essere quella del mordi e fuggi,perchè state lavorando contro trend.






Solo andando sotto 11,9-12(livello attuale di controllo del mio trailing profit) Azimut potrà ampliare la sua correzione,pur sempre rimanendo nel trend rialzista di medio,fino a quando è sopra 10,8-11.

Prendiamo ora invece il caso di un titolo chiaramente ribassista da tantissimi anni ormai,ossia Telecom Italia.











Non penso sia difficile definire il trend del titolo,che sin dal lontano autunno del 2000 è sempre stato(e lo è tuttora)fortemente ribassista di medio lungo,pur avendo avuto nel corso degli anni neutralizzazioni anche lunghe di tale trend(vedi soprattutto periodo 2001-2007)ma costruendo sempre figure di continuazione del trend stesso,alla cui rottura puntualmente sono venuti violentissimi ribassi(vedi quello di inizio 2008).
Il grafico weekly parla chiaramente,non servono altre parole.

Quale poteva essere l'unica strategia operativa premiante su un titolo così impostato???
Short,dannatamente,maledettamente,esclusivamente short!!!!

Per cogliere movimenti contrarian(quindi long) su Tit,l'unica possibilità era attendere segnali dall'accoppiata 30-60 minuti,meglio se confermati dal daily(con indebolimento del trend in atto).
Come si può notare, ci sono stati sul titolo due grandi impulsi ribassisti,il primo marzo 2000-estate 2001,poi lunga neutralizzazione lateral-ascendente fino a inizio 2008,poi il secondo dall'inizio alla fine del 2008.
In ogni caso sia dal daily che dal weekly si vede chiaramente come trend e medie,salvo brevi e rare eccezioni,nel corso degli ultimi 13 anni hanno sempre confermato,premiandola, la strategia operativa di seguire il trend chiaramente in atto sul titolo.
Cosa deve fare il titolo per dare segnali di invertire il suo lunghissimo trend ribassista di lungo??? Rompere l'ampia area 0,9-1 euro al rialzo,con conferme da tutti gli indicatori e tutti i frame.
Dove è diretto il titolo nella fase attuale di conferma del trend ribassista???
L'ho già detto nell'ultimo report: 0,53-0,55 prima,0,4-0,45 poi.
Solo segnali dall'accoppiata 30-60,meglio se confermati dal daily,diranno quanto il trend di breve verrà allentato,con movimenti correttivi verso l'alto(che sono gli unici da utilizzare per andare long con ottica speculativa del mordi e fuggi).







Per finire vediamo un titolo in perfetto trading range(solo poi sapremo se di continuazione o di inversione del trend).











Come vedete,parliamo di Fiat.Il problema più grande dei trading range è quello che è necessario tempo per identificarli come tali(per ovvie ragioni),e la costante di queste fasi è che sul daily le medie mobili finiscono per essere molto meno affidabili di quando si è in un trend definito,mentre acquistano valore fondamentale i supporti statici che delimitano il range.Operativamente hanno regole diverse da quando si è in trend, e solo la fuoriuscita da queste fasi determina forte direzionalità,che non si deve assolutamente farsi sfuggire.

Come si vede chiaramente, area 4,8-5,2 è la barriera di chiusura dei long-apertura degli short dall'autunno 2011(ma se guardate sul weekly l'area era stata importante anche in precedenza) sul titolo.Area 3,25-3,35 è quella di apertura dei long-chiusura degli short.
Quando Fiat uscirà da questa fase di congestione,lo farà con grandissima direzionalità e vigore,e se questo sarà verso l'alto(caratterizzando dunque l'attuale fase come figura di inversione)il potenziale upside sarà davvero notevole,visto che anche sul weekly avremo fortissimi segnali up,con target 5,8-6 prima e 6,8-7 poi.

Viceversa, una uscita ribassista,che caratterizzerebbe l'attuale fase come figura di continuazione del trend, proietterebbe le quotazioni verso area 1,8-2 euro.In entrambi i casi dunque avremmo fortissimi movimenti potenziali davanti.






QUINTA PARTE






Arriviamo duqnue a questo appuntamento dedicato alla componente più delicata,una di quelle che determina davvero il successo(e il livello di questo)o meno nel fare trading,ossia quella psicologica.



L'abbiamo evidenziato più volte anche nei precedenti appuntamenti quanto sia importante l'aspetto emotivo,ma questa volta cerchiamo di esaminarlo più dettagliatamente,cercando anche di far riflettere su quanto sia importante,più che ridurre tale impatto sulla nostra attività di trader,quello di saperlo gestire.
Spesso gli stessi livelli di acquisto o di vendita sono determinati da "soglie psicologiche"(quelle a cifra tonda per intenderci,dove sui book si vedono sempre enormi quantitativi di ordini inseriti)o da "soglie emozionali",basate sulle principali e più note tecniche di trading o sulle regole di analisi tecnica universalmente riconosciute "valide" sul mercato(supporti o resistenze,massimi e minimi storici,livelli di Fibonacci etc etc).
Quello che però ha una influenza assolutamente dominante dal punto di visto emotivo,è senza ombra di dubbio la paura.
E' quasi impensabile constatare quanto sia alta la percentuale di trader, anche fra i più bravi,quelli con la preparazione tecnica migliore e il trading system piu efficiente, a mercati chiusi,che però finiscono per annacquare o annichilire del tutto i risultati operativi quando sono davanti al monitor,a mercati aperti.
Non è un caso che spesso si dice che la componente psicologica ha un impatto uguale o superiore all'80% nella nostra attività di trader,soprattutto nel determinarne i risultati,positivi o negativi che essi siano.

La paura,abbiamo detto.Fateci caso,fino a quando non decidiamo di cliccare buy o sell,e quindi non apriamo una operazione,la nostra emotività è assolutamente sotto controllo,ci sentiamo sicuri(a maggior ragione se il nostro trading system si dimostra statisticamente efficace),la parte razionale è assolutamente equilibrata rispetto a quella psicologica.
Appena arriva il click(e anche su questo potremmo fare un capitolo a parte,tanto lunga e tortuosa è la strada per arrivare a farlo!!!!),si scatena l'inferno!!!!
E questo indipendentemente da quanto il nostro metodo si dimostri funzionante.

Abbiamo la paura di ritrovarci a incassare la solita perdita,avendo dubbi perenni sul nostro TS,arrivando perfino a non aprire più altre operazioni sui livelli indicati da questo(per poi farlo magari in preda alla frustrazione dove il nostro TS sconsiglia di farlo!!!).

Abbiamo paura di rimanere fuori dal mercato,aprendo posizioni sulla base dell'intuizione del momento(in preda magari alle solite news),non supportata dal nostro TS,e magari legata al fatto che non lo abbiamo fatto quando lo stesso ci suggeriva ciò(e che i fatti hanno dimostrato fosse giusto),che finisce inevitabilmente per trasformarsi in una perdita certa.

Abbiamo la paura che il titolo riparta appena si applica lo stop loss(che è l'errore classico di chi diventa "cassettista per necessità",non applicandolo mai),oppure decidendo di chiudere l'operazione in stop prima ancora che si raggiunga il livello prefissato dal TS(il timore di perdere denaro,non rispettando quando studiato a tavolino secondo la nostra tecnica).

Abbiamo la paura,quando l'operazione va subito nella direzione attesa, di perdere poi eventuali guadagni,rispetto al take profit da noi stabilito,portandoci spesso a modificare in corsa quanto stabilito dal TS,prendendoci poi in faccia decise inversioni del mercato,che non solo si rimangiano i guadagni,ma magari ci portano anche a perdere.

Tutte queste paure,insomma,finiscono per farci fare cose molto diverse da quanto suggerito dal nostro TS(che ovviamente è fondamentale per prendere le razionali scelte operative),finendo addirittura per modificare le regole stesse del nostro metodo(senza che ve ne sia reale necessità),e portandoci inevitabilmente a incassare loss e mancare guadagni,anche quando potenzialmente non vi era motivo.

Sia chiaro,non è mai facile migliorare questo aspetto,ci vuole tempo,e tanta pazienza.L'importante è non chiedere a se stessi di modificare quello che è dentro di noi,perchè sarebbe una battaglia persa.Ma fare in modo di fare emergere la parte razionale,lavorando sui fatti oggettivi ed evidenti,con il tempo può portare a gestire meglio la propria emotività,con conseguenti risultati positivi sulla propria operatività.

Bisogna fare proprio il concetto che le perdite nel trading sono praticamente impossibili da evitare,motivo per cui diventa fondamentale saperle gestire.Non esiste al mondo,statene certi, nessuna tecnica,metodo operativo o qualsivoglia approccio al mercato che ti mette nelle condizioni di non incassare dei loss.
E tutto questo diventa ancora più evidente,quanto più tempo si rimane esposti sul mercato e quante più operazioni si fanno.

Spesso di dice che bisogna essere freddi e razionali,come una macchina,ma questo è impossibile per un "animale emotivo" come è l'essere umano.
L'unico modo per portare l'aspetto emotivo a rientrare su livelli controbilanciati in maniera efficace dalla parte razionale è quello di avere un metodo operativo con delle regole ben definite(senza le quali sia chiaro non avremo mai possibilità di fare risultati positivi-come fai ad eliminare la paura se non hai punti di riferimento chiari e certi????),basate su dati chiari e incontrovertibili,che statisticamente mi dimostrano l'efficacia o meno del mio metodo,che non devo mai e poi mai mettere in discussione,soprattutto durante la mia operatività,a meno che i dati stessi non mi dimostrino che sia arrivato il momento di farlo.

Quindi, prima di tutto,bisogna costruirselo un metodo,che risponda ai propri obiettivi,alle proprie esigenze,alla propria personalità e alla propria psicologia,lavorando su questo giorno dopo giorno,iniziando magari con piccole somme,che ci lasciano tranquilli nel verificare i miglioramenti o meno.

Una volta che si ha fra le mani questo,è di fondamentale importanza avere il proprio diario di trader(eh si...proprio come il nome del nostro blog!!!!),mettendo in evidenza tutte le operazioni eseguite,valutando i miglioramenti o meno del vostro trading,e quanto gli errori di matrice psicologica abbiano portato ad inficiare il metodo stesso.

E' solo analizzando con dovizia di particolari la propria operatività che si può arginare con il tempo l'influenza della componente psicologica,facendo in modo che i fatti oggettivi e i dati statistici portino la parte razionale a rendere più fredda e "meccanica" la nostra operatività.
Il segreto del successo,per essere un buon trader, non è nell'ultimo indicatore,nell'ultimo libro rivelatore, siate sicuri di questo,se funziona davvero),nell'ultimo prodotto o strumento,ma è semplicemente dentro di voi.

Solo se sarete in grado di trovarlo e comprenderlo,allora riuscirete ad operare, in maniera continuativa e sostenibile nel tempo,con profitto.


SESTA E ULTIMA PARTE

Sono tanti gli aspetti importanti da tenere in considerazione per cercare di fare trading con profitto,  in maniera sostenibile e continuativa nel tempo. Ovviamente, alla base ci deve essere un metodo, da rispettare in maniera rigorosa - e non lasciato in balia dell'assai volatile psicologia umana - basato su un trading system che ognuno di noi deve scegliere in base ai propri obiettivi e al proprio approccio al mercato.


Già più volte, sulla pagine di Diario di un trader, abbiamo parlato di questi temi - per chi si è perso queste pagine, vi ricordo che potete trovarle tutte insieme qui.

Oggi però vogliamo focalizzarci su un aspetto assolutamente fondamentale, assieme al corretto money management, il più delle volte totalmente sottovalutato, ossia la scelta dei time frames e dell'analisi dei grafici per capire come posizionarsi sul mercato, e la conseguente strategia da intraprendere.

Tutti sono sempre pronti, sembrano quasi sulle spine nell'attesa di farlo, ad entrare sul mercato: il problema che la maggior parte decidono di farlo senza avere una strategia chiara dal punto di vista operativo, decisa a tavolino prima ancora di fare la prima mossa, da rispettare in maniera meticolosa - che poi è il motivo principale per cui la maggior parte delle persone perdono i propri soldi sui mercati.

Uno degli aspetti più sottovalutati in assoluto, dicevamo, è la scelta di quale orizzonte temporale debba avere la mia operatività. 
Sembra banale dirlo, ma è l'errore più comune che si commette quello di aprire una operazione, ignorando totalmente questo aspetto, per poi lasciare al caso il destino della stessa in base all'emotività del momento.

L'emotività la si può controllare  e ridurre solo avendo dei punti di riferimento certi, stabiliti a tavolino e  a mercati chiusi.
E la scelta dei time frames, e l'analisi dei grafici in basi a questi, è un aspetto da cui non si può assolutamente prescindere, soprattutto per capire quali sono le fasi in cui un titolo o più in generale uno strumento si trova.

Personalmente, dato che non amo una operatività fatta di  troppe operazioni giornaliere - che rischiano di far fare più soldi al broker, e magari tra non molto allo stato, se passerà la norma che porterà la Tobin Tax anche sull'intraday, che a me che corro i rischi e metto i soldi -, se devo fare operazioni veloci, diciamo dall'intraday fino a qualche giorno massimo, faccio una analisi su 3 frames, 30 minuti, 60 minuti e daily.

Se invece voglio fare una operazione di più ampio respiro, soprattutto dove i grafici mi dicono che vale la pena puntare su movimenti più ampi, segnalati tecnicamente dallo studio fatto, la scelta cade su grafici daily e weekly.

E' assolutamente fondamentale, per stabilire il tipo di operatività e gli obiettivi, che i vari frames  confermino i segnali dati da ognuno di essi, anche per stabilire gli eventuali stop loss e i take profit.

Segnali divergenti devono necessariamente avere come obiettivo una operatività più mordi e fuggi.
Segnali convergenti invece lasciano spazio senza ombra di dubbio a movimenti più ampi.

Facciamo qualche esempio, per capire meglio.

Partiamo prima con una operatività di più ampio respiro. Prendiamo il nostro Ftse mib e confrontiamolo con l'indice Sp500.


FTSE MIB WEEKLY

FTSE MIB DAILY

SP500 DAILY

SP500 WEEKLY

Se ci fate caso, dal punto di vista daily già si può  capire come sia ben diversa la situazione tecnica dei due indici, ma dove non ci sono proprio dubbi è confrontando i 2 weekly.

Se infatti i movimenti nel periodo 2008-2009 sono in qualche modo speculari, ed anche nella parte iniziale del recupero nel periodo 2009-2010, ben diverso il comportamento diventa negli anni successivi, dato che, mentre su sp500 abbiamo,  una fase zigzagante ma di assoluta regolarità, fatta di massimi e minimi crescenti, riconquistando dapprima la ema a 200, e successivamente portando al cross rialzista le ema più veloci su quelle di lungo periodo, sull'indice nostrano la situazione è rimasta ben differente. 

E l'esito dal punto di vista operativo doveva avere delle logiche conseguenze, nel periodo 2010-2013:
- su ftse mib i rialzi erano occasioni di vendita( o apertura short)
- su sp500 i ribassi erano occasioni di acquisto (vi ricordo a proposito area 1590-1600 supporto fondamentale per non rischiare bull trap) 

Guardando solo un grafico daily si possono avere dubbi a riguardo, ma cercando conferme sul weekly questi dubbi come vedete svaniscono del tutto.

Prendiamo ora invece un ftse mib su base orario e daily zoom.


FTSE MIB ORARIO

FTSE MIB DAILY


Come potete notare, fino a quando il nostro indice non ha rotto area 16100-16200 prima e 16400-16500 poi, vi è stata una lunga fase di congestione, che ha portato al test della fondamentale area di supporto - ben nota ai lettori di Diario di un trader - posta sui 15000-15200, in cui vi sono state tante opportunità di fare mordi e fuggi, un trading veloce e non di posizione quindi.
Dopo il break up di area 16100-16200, con gli indicatori daily già tutti in buy da giorni, è arrivato il segnale di ingresso sul mercato di posizione. E come potete notare, questo segnale attivo da un mese ormai, nonostante divergenze e segnali di eccesso, continua a rimanere intatto.

Capite ora perchè per scegliere cosa posizionarsi sul mercato, è fondamentale scegliere l'orizzonte temporale con assoluta precisione, effettuando una analisi su più frames, i cui segnali diventano tanto più affidabili quanto i vari frame si confermano reciprocamente o meno?? 

E soprattutto, capite perchè per decidere quali debbano essere gli obiettivi in termine di take profit, e i livelli eventuali di stop loss, è fondamentale capire in che fase si trova su ogni frame lo strumento su cui vogliamo impostare una strategia???
Perchè se uno strumento è in fase rialzista di breve, ma è ancora neutrale o ribassista di lungo(vedi il nostro indice, o la maggior parte dei titoli bancari-assicurativi), gli obiettivi di rialzo, ma anche la strategia in generale, sono ben diversi da quanto uno strumento è rialzista su tutti i frame.

Vediamo un esempio pratico a al proposito, già trattato molte volte nei nostri tutorial, ossia il titolo Azimut.


AZIMUT DAILY

AZIMUT WEEKLY


Fino a quando il titolo non ha riportato in positivo tutte le medie, con il relativo cross rialzista delle ema piu veloci su quelle di lungo, e ovviamente non ha violato al rialzo, nell'agosto del 2012, l'area 8-8,5, dove transitava la trendline ribassista di lungo, i movimenti sono stati molto erratici e praticamente  di congestione priva di direzionalità, fra resistenza e media a 200 weekly.

Al break up dei livelli suddetti, come si può notare chiaramente, tutti i frames hanno gridato a gran voce un unica  e sola cosa: STRATEGIA ESCLUSIVAMENTE LONG, comprando ogni ribasso e dimezzando la posizione sugli eccessi di breve. Da agosto ad oggi, Azimut, raddoppiando nel frattempo il suo valore (bada bene: con un mercato praticamente fermo), ha lavorato quasi sempre sopra la ema a 25 daily (segnale questo di grande forza), con rarissime eccezioni, tra cui una recentemente in aprile, scendendo tra la 65 e la 100. Area 11,9-12, indicata nel tutorial Consigli Utili mesi fa, ha fatto più volte da supporto. Ora sul titolo si stanno cominciando a vedere segni di stanchezza, con qualche divergenza anche sul settimanale, ma fino quando i 13,8-14,5 faranno da supporto saranno solo indizi e niente più.

Come vedete, anche con un mercato come il nostro, assolutamente piatto rispetto ad altri, si possono trovare titoli che hanno avuto un  andamento e di conseguenza una performance simile ai mercati più forti, vedi Luxottica, Tods, Lottomatica, etc etc. L'unico modo per scoprirli questi titoli, e soprattutto per stabilire la migliore strategia possibile, è quella di effettuare l'analisi su più frames, una volta deciso con che tipo di orizzonte temporale voglio approcciare il mercato.







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