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venerdì 10 maggio 2013

CONSIGLIO DI LETTURA: ALESSANDRO FUGNOLI - COMPRARE SUI MASSIMI , LE SIRENE CANTANO SEMPRE DI MAGGIO



Nuovo appuntamento settimanale con la rubrica il Rosso e il Nero di Alessandro Fugnoli, che questa settimana ci offre delle riflessioni davvero interessanti, che ci sentiamo di condividere in gran parte.





Da tempo andiamo dicendo infatti che una cosa è la valutazione sulle condizioni dell'economia reale, che sta messa molto peggio di quel che ci vogliono far sembrare i mercati - che mai si erano disconnessi cosi tanto dalla realtà -, altra cosa è la valutazione e soprattutto il posizionamento sui mercati stessi. 
Anche perchè non vi è ombra di dubbio che fino a quando nulla si inceppa nel meccanismo di controllo da parte delle banche centrali nel loro grande esperimento, la liquidità continuerà a fornire propulsione  a questo rialzo, alimentato peraltro dalla massa di investitori privati che continuano a rimanere alla finestra in gran parte, nonostante i massimi storici su molti mercati, in preda però a grandissima frustrazione per questo (ci arrivano decine di mail ogni giorno di persone che ci testimoniano proprio questo, frustrazione e depressione)
Ed è proprio questo che rende probabile il fatto di poter entrare nella parte euforica della bolla, propria non appena questi ultimi si convincono ad entrare sui mercati.
Solo un appunto all'articolo di Fugnoli: noi continuiamo a non vedere nemmeno l'ombra ancora, se non in qualche annuncio, di un abbandono dell'austerità!!!!

Buona lettura.



Chi erano le Sirene? Come in tutte le cose della grecità, di loro si può dare una versione apollinea, solare e splendente, e una dionisiaca, torbida e 
ambigua.
Nella prima il loro canto era così sublime che i 
marinai, distratti dalla bellezza e dalla purezza delle voci, andavano a cozzare contro gli scogli. Nella seconda il loro canto era triste, sensuale e straniante e induceva uno stato letargico, una sorta di marcescenza e corruzione dello spirito, con esito ovviamente infausto. 

Qualcosa di simile, insomma, a quelle bonacce malate del mare, del fiume e dell’anima in cui Conrad amava collocare, in atmosfere estenuate, i suoi personaggi disfatti.

Quando il mercato è sui massimi il canto sirenico diventa, per chi investe, quasi irresistibile. Compra, compra! Lo stanno facendo tutti e tutti ci stanno 
guadagnando. 
Vinci la paura, gettati alle spalle le idee vecchie, pensa in positivo, non stare a penare per un anno dietro a una triste obbligazione quando dall’azionario puoi avere in un giorno lo stesso rendimento.


Il canto era apollineo, squillante e trionfale nella primavera del 2000 e per buona parte del 2007. Declamava le magnifiche sorti e progressive di un 
nuovo mondo. Internet rendeva obsolete non solo le industrie tradizionali ma anche le metriche con cui si era soliti misurare la convenienza di un acquisto 
in borsa. 

Nel 2007 il nuovo mondo era la Cina con la sua crescita infinita ed erano anche le case in America, sempre più care. Case più care volevano dire 
sensazione di ricchezza, voglia di spendere, crescita, borsa forte, più soldi per comprare altre case, che in questo modo diventavano ancora più care.

Oggi, con molte borse sui massimi di tutti i tempi, il canto è invece lento e a tratti perfino triste. Niente acuti, ma toni pensosi e raccolti. Un Lied 
espressionista per voce recitante. 

Debole è la crescita in America e debole resterà per tutto quest’anno. 
Deludente è la Cina, che cresce ma è l’ombra di quello che era un tempo. 
Deludenti i Bric, che hanno perso il magnifico slancio del decennio scorso. 

Triste la sorte dell’Europa, dove l’austerità abbandonata (senza nemmeno un dibattito, una 
dichiarazione, un commiato) garantirà al massimo un’alba livida dopo la lunga notte della recessione.

Le notizie mediocri, continua il recitativo, sono però buone notizie per te, mondo malaticcio e pallido che puoi regredire e tornare bambino tra le braccia accoglienti delle banche centrali, balie amorevoli pronte ormai a ogni sacrificio per non privarti del 
latte e del miele della liquidità abbondante e a tasso zero. 
Riposa i tuoi polmoni malati come faceva Proust nella stanza rivestita di sughero del boulevard Haussmann. Fuma l’oppio buono del Qe giapponese, che a differenza di quello americano travaserà fin da subito i nuovi yen direttamente sui nostri mercati. 

Abbandonati ai sogni delle borse, vola verso 
cieli lontani dalla miseria degli altri investimenti e dalle durezze della vita là fuori.

Proust ascoltava molto queste sirene. Erede di una bella fortuna da parte di madre, ne perse una parte importante comprando in borsa quando questa 
era vicina ai massimi e vendendo molto male nel 1914, allo scoppiare della guerra. Gli piacevano in particolare i titoli esotici, molto di moda prima del 
crollo.


Perdere soldi dopo avere comprato sui massimi è diverso dal perderli in qualsiasi altra circostanza di borsa. È molto peggio, ovviamente.
 Provoca perdita di autostima e, per dirla tutta, una sensazione di vergogna. È come essere l’ultimo a cui hanno rifilato il cerino acceso, l’ultimo che si è lasciato incantare dalle sirene.
È una situazione che può indurre a negare la realtà, ad accanirsi nel rifiutare il ribasso e a capitolare troppo tardi, vendendo vicino ai minimi.

Nell’arco di una vita di investimenti, evitare errori in quei tre-quattro momenti di massimi e minimi di ciclo è molto più importante che fare scelte accorte nelle decine di anni di normalità. Non è facile, perché quando tutto sembra andare per il meglio le sirene cantano fortissimo che dobbiamo comprare, mentre quando tutto va male ci gridano di preservare il capitale, o quello che ne resta, e di liquidare. 

Bisogna quindi, in quei momenti fatali, farsi legare all’albero maestro come Ulisse oppure scollegarsi da Internet e media di ogni genere. Cosa impossibile, naturalmente. 
Più morbido e realistico quello che ha fatto Buffett in tutta la sua carriera e, in particolare, negli ultimi anni. Senza mai alterare troppo il profilo del suo 
portafoglio, composto in buona parte da partecipazioni strategiche, Buffett ha smesso di fare acquisizioni negli ultimi anni del boom di borsa del decennio scorso e ha accumulato liquidità con il cash flow abbondante delle sue società.

Nel farlo ha accettato di subire molte critiche. Ha 
perso smalto, hanno detto in molti in quel periodo. A cavallo del crash ha comprato. Lo ha fatto con prudenza, usando molto le convertibili, e in 
qualche caso non ha colto perfettamente i minimi.
 Ha però comprato e questo è quello che conta.

Il discorso che abbiamo fatto fin qui non è un invito a vendere. È semplicemente un richiamo al fatto 
che un nuovo massimo storico che segue dieci mesi di rialzo (e quattro anni di bull market) richiede, visto il rallentamento della crescita degli utili e quello ancora più marcato dei ricavi, verifiche rigorose sullo stato di rischio dei portafogli e sulle eventuali 
potenzialità per ulteriori rialzi. 

Anche perchè siamo in maggio, il mese che 
tradizionalmente precede la correzione estiva e in cui, non a caso, le sirene incantatrici cantano ancora più forte.


La verifica, al momento, dà risultati incoraggianti. Rispetto a un paio di mesi fa, quando solo la Fed era iperaggressiva, registriamo la svolta giapponese e l’abbandono dell’austerità in Europa. Tutto era già nell’aria fin dall’inizio di quest’anno, ma le dimensioni di queste novità sono spettacolari.

Ci troviamo così in una fase in cui tutti i semafori sono verdi e in cui le banche centrali incoraggiano il rialzo delle borse e la compressione ulteriore 
degli spread sulle obbligazioni corporate e sui debitori sovrani deboli.

 Solo dalla Bundesbank, finora, si è levato qualche mugugno sul rialzo azionario ma è difficile pensare che il governo di Berlino, alla viglia di un 
appuntamento elettorale delicato (il partito anti-euro sta rubando voti ai liberali e rende più probabile una Grosse Koalition a settembre), condivida queste preoccupazioni.

Avremo tutto il tempo, più avanti, per chiederci se quella in corso da parte dei policy maker sia una manovra avventata o disperata. Se avrà 
successo avremo anche, a un certo punto, da preoccuparci per la probabile riduzione del Quantitative easing americano (ma solo a partire dal 2014) e per qualche possibile cedimento sulla parte lunga della curva dei Treasuries. 

Prima che abbia successo dovrà però passare comunque qualche mese, un intervallo di tempo che potrà essere molto propizio per le borse.

Secondo Goldman Sachs la Fed non toccherà i tassi nel 2013, nel 2014 e nel 2015. Secondo Buffett le azioni nonsono più a buon mercato ma non sono 
nemmeno particolarmente care. I bond,per contro, non sono in pericolo immediato ma sono, potenzialmente, molto a rischio.

Nel decennio scorso, come ci ricorda Louis Gave, si sono fatti i soldi comprando quello che compravano i 
cinesi (materie prime, case a Vancouver e Hong Kong, arte contemporanea cinese). Dopo la crisi Bill Gross ha sempre raccomandato di comprare quello che le banche centrali stavano acquistando, ovvero i titoli di stato lunghi. Oggi è il tempo di comprare 
quello che compreranno i giapponesi, ovvero i titoli di stato mediterranei lunghi e i titoli azionari che offrono alti dividendi.
Sono acquisti da fare solo tatticamente, a nostro avviso. A un certo punto, infatti, il rialzo azionario, se vorrà continuare, dovrà ruotare verso i titoli ciclici, oggi compressi.

Sta iniziando una bolla? È probabile. Le banche centrali perderanno ilcontrollo della situazione quando dovranno alzare i tassi? È possibile e, del 
resto, è già successo. C’è però un tempo per tutte le cose e questo è il tempo della bolla in formazione. Meglio starci dentro, tutto sommato.

2 commenti:

  1. Ciao, non mi è chiaro questo passo del tuo commento:
    "Ed è proprio questo che rende probabile il fatto di poter entrare nella parte euforica della bolla, propria non appena questi ultimi si convincono ad entrare sui mercati."
    Faccio parte di chi è rimasto fuori, intendi dire che tanto ormai rientreremo comunque troppo tardi o c'è ancora sicuramente spazio per poter entrare come dice Fugnoli.
    In ogni caso osservando anche il grafico postato da Milano quante probabilità dai ad uno storno, per poter rientrare?

    RispondiElimina

  2. Ciao Pierantonio, condivido due cose soprattutto dette da Fugnoli:
    1- che non ci siano segnali di vendita di nessun tipo, almeno finora, ma che dopo 6 mesi ininterrotti di rialzi,che han prodotto su molte borse "forti" nuovi massimi storici, devono far riflettere su quanto potenziale upside si ha davanti da questi livelli e soprattutto su quali rischi - rispetto ai potenziali benefici- si accetta di correre nel momento in cui entri su questi mercati a questi prezzi.
    2- che la condizioni tecniche, unite alla immensa liquidità fornita dalla banche centrali alla cerchia ristretta di banche e conniventi alle stesse, che la utilizzano per manovrare artificialmente i prezzi di tutti gli assets, in cerca di rendimento, e al fatto che la massa è tuttora in gran parte alla finestra ad aspettare, rendono probabile, ma non certo sia chiaro, che la bolla entri nella fase di euforia, in cui si aspetta che entrino i soliti noti a cui lasciare il cerino in mano.

    Detto questo, una certezza è che i mercati non hanno niente a che vedere con la realtà,quindi se uno ci vuole stare sopra deve essere consapevole di questo. Ora ci raccontano che sono le aspettative future a farli andare cosi, poi ci racconteranno che le aspettative sono andate deluse.
    La realtà è che senza gli enormi stimoli delle banche centrali, con i relativi giochetti sulle valute - il forex è in assoluto quello piu manipolato come mercato- i prezzi di tutti gli assets sarebbero ben diversi.

    cosa fare dunque?? fino a prova del contrario, i mercati sono bullish, ma non da ora, da tempo immemore. Basta guardare un grafico settimanale per capirlo.
    ovviavamente sp500, dow, nasdaq,dax, brasile,india, giappone, sono una cosa, il nostrano è un alto - dato che questo è ancora ribassista di lungo e neutrale dalla fine dell'estate 2012.
    Se riesci a non farti prendere dall'emotività ,dalla frustrazione,dalla depressione, - che ti porteranno a perdite certe sia che i mercati salgano sia che scendono -,altrimenti meglio star fuori,si può entrare, con le dovute protezioni, selettivamente sui titoli che tecnicamente hanno le condizioni migliori, cogliendo le correzioni e non certo sui massimi stratirati(per i motivi che ha detto anche fugnoli).
    I livelli di controllo son ben noti: li vedrai anche sull'update del fib di oggi.
    Ma devi sapere che i rischi saranno sempre piu alti man mano che si andrà piu su, proprio perchè di fondamentale non c'è nulla in questi mercati.
    Se però sei consapevole di questo, e predisponi una strategia operativa che tenga conto dei relativi rischi, le opportunità fino a quando il controllo delle banche centrali rimarrà forte, non mancheranno, cosi come non sono mancate nella correzione sett-novembre 2012 oppure febbraio-aprile 2013

    RispondiElimina

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