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venerdì 21 giugno 2013

CONSIGLIO DI LETTURA: GEAB NR 76 - ALLERTA NEL SECONDO SEMESTRE 2013 : SECONDA DEFLAGRAZIONE DEVASTATRICE, ESPLOSIONE SOCIALE SU SCALA PLANETARIA


Torna l'appuntamento mensile con il gruppo di studiosi francesi Leap 2020, e i loro seguitissimi report GEAB, arrivato al numero 76, a mio modo di vedere sempre interessanti e da non perdere.


Traduzione in Italiano di Aigor, pubblicata dal Club Capretta.

Buona lettura.



La "scossa" del 2008 è stata sicuramente violenta, ma le reazioni del sistema, dei paesi e delle banche centrali con i loro piani di salvataggio di un'ampiezza senza precedenti, sono riuscite a camuffare le peggiori conseguenze: declassamento dell'Occidente in generale e degli Stati Uniti in particolare, risanamento forzato dell'economia, una pesante caduta degli stili di vita ormai artificiali, una disoccupazione di massa, un inizio di disordini sociali... il realizzarsi di tutti questi eventi è stato in parte evitato grazie alle speranze di un recupero, speranze tenute in vita dalla politica irresponsabile di convogliare liquidità ai sistemi bancari e alle borse.

Purtroppo, finché il mondo è impegnato a doparsi i problemi globali non vengono affrontati... e questo significa cinque anni persi: l'edificio è ancora meno forte rispetto a prima della crisi; la "soluzione" USA orchestrata dalla Fed, alla quale tutti hanno concesso la possibilità di gestirsi come voleva per avere il tempo di medicare ognuno le proprie ferite, è stata quella di utilizzare la benzina per spegnere il fuoco che essi stessi avevano acceso.

Non sorprende affatto, quindi, che siano ancora una volta gli Stati Uniti, pilastro di un "mondo di prima" che rifiuta di accettare il proprio ruolo, con i loro fedeli salvagenti giapponesi e inglesi, ad infiammare nuovamente la situazione mondiale. E questa volta non si potrà contare sui paesi in bancarotta per salvare la situazione: essi infatti sono già in ginocchio fin dalla prima scossa del 2008.

Pertanto, quella che si sta profilando è in realtà una seconda crisi mondiale, ancora una volta causata dagli Stati Uniti.




Alla fine, questo periodo di cinque anni non sarà stato altro che un passo indietro per effettuare un salto ancora più pericoloso, da noi chiamato "Crisi al quadrato".

Indice dell'articolo completo:

1. Una situazione che è ormai fuori controllo
2. Una seconda crisi degli Stati Uniti
3. L'impatto del secondo shock
4. Differenti strategie dei giocatori
5. Fallimento delle istituzioni internazionali
6. Raccomandazioni urgenti

Questo annuncio pubblico contiene le sezioni 1 e 2



Una situazione che è ormai fuori controllo

Le illusioni che hanno accecato gli ultimi ottimisti rimasti sono ormai in fase di dissipazione.Nei precedenti numeri del GEAB avevamo già delineato il triste scenario dell'economia mondiale. Da allora la situazione è addirittura peggiorata.

L'economia cinese conferma la sua rallentamento (1) così come l'Australia (2), le valute dei paesi emergenti si stanno scollegando (3), i tassi di interesse delle obbligazioni sono in aumento, i salari nel Regno Unito continuano a cadere (4), sommosse stanno interessando la Turchia e anche la pacifica Svezia (5), la zona euro è ancora in recessione (6), le notizie che filtrano al fuori degli Stati Uniti non sono più allegro (7)...

Il nervosismo è ora chiaramente palpabile su tutti i mercati finanziari, dove la questione non è più sapere quale sarà il prossimo disco, ma di riuscire a disimpegnarsi in tempo, prima che cominci la fuga precipitosa.

Il Nikkei è sceso di più del 20% in tre settimane, durante le quali ci sono state tre sedute con perdite superiori al 5%. Quindi, il contagio ha ormai raggiunto gli indici "standard" come le borse, i tassi di interesse e i tassi di cambio di valuta... ultimi bastioni ancora controllati dalle banche centrali e, quindi, del tutto distorti come più volte spiegato dalla nostra squadra.



Indice Nikkei 225, 02/11/2012-13/06/2013. L'aumento vertiginoso è dovuto al progetto della BoJ, la caduta vertiginosa alle incertezze attuali.
Fonte: Les Echos.



In Giappone questa situazione è il risultato del progetto, delirante per la sua ampiezza, di "quantitative easing" (creazione di moneta - cfr. Wikipedia, ndt) intrapreso dalla banca centrale.

La caduta dello yen ha determinato una forte inflazione del prezzo delle merci importate (in particolare del petrolio).
Le enormi oscillazioni della borsa e della valuta giapponese stanno destabilizzando l'intera finanza mondiale. Ma la messa in opera del progetto della Banca del Giappone è talmente recente che i suoi effetti sono ancora molto meno pronunciati rispetto a quelli del quantitative easing messo in atto dalla Fed.
E' soprattutto quest'ultima ad essere responsabile di tutte le bolle: quella immobiliare negli Stati Uniti (8), i picchi record della Borsa, bolle ei destabilizzazioni dei paesi emergenti (9), ecc.

È anche grazie ad essa, o meglio a causa di essa, che l'economia virtuale ha cominciato nuovamente a crescere con ancora maggiore intensità e che il necessario riequilibrio non ha avuto luogo.
Gli stessi metodi producono gli stessi effetti (10), un aumento della virtualizzazione dell'economia ci sta portando ad una seconda crisi nell'arco di cinque anni, dove gli Stati Uniti sono ancora una volta responsabili.
Le banche centrali non possono reggere l'economia globale a tempo indeterminato, e in questo momento stanno perdendo il controllo.



Una seconda crisi degli Stati Uniti

Se i mesi di aprile-maggio sembravano aver dato ragione, con grande sostegno mediatico, al metodo US-UK-giapponese di "facilitazione monetaria" (per usare un eufemismo) rispetto al metodo di austerità ragionata adottato da Eurolandia, passata qualche settimana i campioni di tutti i finanziamenti hanno qualche difficoltà in più a cantare vittoria.

Il FMI, terrorizzato dalle ripercussioni globali dovute al rallentamento dell'economia Europea, non sa più cosa inventare per costringere gli europei a continuare a spendere e fare esplodere nuovamente il deficit: anche se vuota, la boutique Mondiale deve continuare a dare l'impressione di essere ancora in affari, ma l'Europa non sta accettando il gioco.

Gli effetti tossici delle operazioni della banca centrale in Giappone, negli Stati Uniti e nel Regno Unito d'ora in avanti demoliranno la tesi (o meglio la propaganda) che vanta il successo dell' "altro metodo", quello che dovrebbe consentire il recupero del Giappone, degli Stati Uniti e del Regno Unito (quest'ultima, detto per inciso, non è nemmeno mai stata menzionata).

La seconda crisi attualmente in via di sviluppo si sarebbe potuta evitare se il mondo avesse preso atto che gli Stati Uniti, strutturalmente incapaci di riformare se stessi, non erano in grado di implementare altri metodi rispetto a quelli che avevano condotto alla crisi del 2008.
Come le irresponsabili banche "troppo grandi per fallire", i paesi "sistematicamente" irresponsabili avrebbero dovuto essere sottoposti a controllo fin dal 2009, come suggerito dal GEAB N ° 28 (ottobre 2008).
Purtroppo le istituzioni della governance globale, hanno dimostrato di essere del tutto inefficaci e impotenti nella gestione della crisi.
Solo le logiche regionali sono state in grado di mettersi in atto: siccome la scena internazionale non produceva nulla, tutti hanno cominciato a cercare di risolvere i problemi proprio conto.

L'altra riforma cruciale sostenuta sin dal 2009 dal team di LEAP/E2020 (11) è incentrata sulla completa "rimessa a nuovo" del sistema monetario internazionale.
Durante i 40 anni di squilibri commerciali degli Stati Uniti e di volatilità della sua moneta, il dollaro quale pilastro del sistema monetario internazionale è stato il vettore di tutti i "raffreddori" dagli Stati Uniti al resto del mondo, e questo pilastro destabilizzante è oggi il cuore del problema globale, perché gli Stati Uniti non sono più affetti da un semplice raffreddore, ma da una peste bubbonica.

Essendo mancata una riforma del sistema monetario internazionale nel 2009, ora è in procinto di arrivare una seconda crisi.
Con essa, però, si apre una nuova finestra di opportunità per riformare il sistema monetario internazionale al G20 di settembre (12) e quasi quasi si spera che lo shock accada al momento giusto per forzare un accordo su questo tema, altrimenti il vertice rischia di svolgersi troppo presto perché si possa avere, al riguardo, il sostegno di tutti.





Note:

(1) Fonte: The New York Times, 08/06/2013.
(2) Fonte: Sydney Morning Herald, 05/06/2013. Leggere anche Mish's Global Economic, 10/06/2013.
(3) Fonte: CNBC, 12/06/2013.
(4) Fonte: The Guardian, 12/06/2013.
(5) Vedi: Tumulti in Svezia, una sorpresa ardente, The Economist, 01/06/2013.
(6) Fonte: BBC News, 06.06.2013.
(7) Vedi: I domino economici cadono uno ad uno, MarketWatch, 12/06/2013.
(8) Una bolla nelle attuali condizioni di mercato; normalmente questo sarebbe considerato un brivido,Mercato Oracle, 10/06/2013.
(9) Sulle conseguenze del QE mondiale in India: Reuters, 13/06/2013.
(10) Le rendite dei prodotti finanziari all'origine della crisi del 2008 non è un motivo insignificante. Fonte: Le Monde, 11.06.2013.
(11) Cfr. GEAB N ° 29, novembre 2008.
(12) Fonte: Ria Novotsi, 14/06/2013.



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