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lunedì 22 aprile 2013

CONSIGLIO DI LETTURA: FRANCESCO CARUSO - L'HINDENBURG OMEN E IL THERMIC CYCLE



Torna il nostro appuntamento con il consiglio di lettura, e torna ancora una volta Francesco Caruso, senza ombra di dubbio professionista di assoluto valore nel difficile compito di analizzare i mercati. 

Ci fa enorme piacere estrapolare una frase da questo articolo che potete leggere sotto : "Il mio primo maestro, il grandissimo Angelo Bertotti, mi diceva: lascia il primo 25% di un movimento a quelli “bravi”, lascia l’ultimo 25% a quelli “bravissimi”: tu concentrati sul 50% che c’è in mezzo". 

Basta leggervi i nostri consigli utili per capire quante volte abbia ribadito l'importanza di questo concetto.







"Da oltre un anno tengo fissi sulla home page di questo blog due grafici: ML BIOTECH e APPLE, come simboli di FORZA- OPPORTUNITA’ e VULNERABILITA’-CRISI del mercato. 

Mai, tuttavia, avrei pensato che la loro divergenza arrivasse a tanto. 
 La biotech si è impennata ed adesso (= guardare proprio il grafico in HP) è in fortissimo ipercomperato, come tutto il settore healthcare e quello alimentare, mentre la Apple è ormai vicina al dimezzamento dai massimi storici nonostante Wall Street sia a nuovi record. 
In questo strano contesto ricompare dopo anni sul mercato USA un segnale tecnico (meglio sarebbe dire: statistico) di un certo interesse, il cosiddetto “Hindenburg Omen”.

Cos’è un Hindenburg Omen? E’ l’allineamento di diversi fattori tecnici che misurano la condizione di base del mercato azionario americano – in particolare il NYSE; questo allineamento – secondo l’inventore del segnale – indica che la probabilità di un crollo del mercato azionario è superiore al normale e la probabilità di un declino importante è abbastanza elevata. 

Questo Omen è apparso davanti a tutti i crash del mercato azionario, o fasi di panico, negli ultimi 25 anni. Tutti. Nessun panic sell-off (superiore al 15 per cento) si è verificato negli ultimi 25 anni senza essere stato preceduto da un Hindenburg Omen.

Tutti i criteri sono stati soddisfatti il 15 Aprile, giorno di osservazione che ha visto sia i NYSE New Highs che i NYSE New Lows, secondo il Wall Street Journal, superiori alla soglia di 2,2% sul totale dei titoli trattati – condizione necessaria per una osservazione Hindenburg Omen. 
I New Highs non erano più di due volte i New Lows, l’oscillatore McClellan era negativo e la Media mobile a 10 settimane era in crescita. 

Come si vede dal grafico Bloomberg, questo è il primo Hindenburg Omen da molto tempo. La logica alla base dell’indicatore è che, in condizioni normali, un numero consistente di titoli puo’ far registrare nuovi massimi o nuovi minimi annuali – ma non entrambi. Quando entrambi – nuovi massimi e nuovi minimi – sono numerosi, questo indica che il mercato sta attraversando un periodo di divergenza estrema. Tale divergenza non è di solito favorevole per il futuro aumento dei prezzi. Un mercato sano richiede una qualche parvenza di omogeneità interna, non importa in quale direzione.

Una breve storia sull’origine e l’evoluzione del segnale Hindenburg Omen. E ‘stato originariamente adottato da Jim Miekka, direttore ed editore di “The Bull and Bear Report Sudbury”, ed è derivato da un indicatore sviluppato da Gerald Appel molti anni fa. Poiché segnala la possibilità di un crollo del mercato azionario, fu chiamato Hindenburg Omen dopo che il famoso dirigibile fu associato dalla sfortuna alla parola “crash”. Come si è comportato questo segnale dai test effettuati nel corso degli ultimi 27 anni, dal 1985? La ricerca ha rilevato solo 29 segnali Hindenburg Omen negli ultimi 25 anni. Quello del 16 Giugno 2008 era il 27°. Ciò è sorprendente se si considera che durante questo intervallo di tempo ci sono stati circa 7000 giorni di negoziazione. Di questi 7000 giorni di negoziazione in cui è stato possibile generare una conferma ufficiale Hindenburg Omen, solo 191 (2,5 per cento) ne hanno generato uno; di questi 191, 27 hanno confermato il potenziale di segnali di crollo del mercato. Se definiamo un incidente come un calo del 15%, dei precedenti 27 segnali Hindenburg Omen confermati, otto (29,7 per cento) sono stati seguiti da cali tali da minacciare il sistema finanziario. Tre (11,1 per cento) sono stati seguiti da una fase di panico (cali dal 10% al 14,9%). Quattro (14,8 per cento) hanno determinato cali (8% al 9,9%). Sei (22,2 per cento) sono stati seguiti da un declino significativo (5% al 7,9%), quattro (14,8 per cento) hanno previsto un lieve calo (2,0% al 4,9%), e due (7,4 per cento) sono stati errori, con conseguente calo del 2,0% o di meno. In altre parole, c’è una probabilità del 30 per cento che un crollo del mercato azionario – un Big One – si verificherà in seguito a una conferma (più di uno) Hindenburg Omen. Vi è un 40,8 per cento di probabilità che vi sia almeno un panic sell-off. Vi è un 55,6 per cento di probabilità che vi sia un calo più grande di 8,0% e vi è un 77,8 per cento di probabilità per un declino del mercato azionario di almeno il 5 per cento. Solo una su circa 13 volte questo segnale fallirà. Tutte le grandi fasi di discesa nel corso degli ultimi 25 anni sono state precedute e identificate da questo segnale. C’era appena prima del crollo della borsa nell’autunno del 2008. E ‘stato presente alcune settimane prima del crollo della borsa del 1987; c’era stato tre giorni di negoziazione prima del panico mini crash di ottobre 1989; si presentò alla partenza della recessione del 1990; mise in guardia circa problemi poche settimane prima della LTCM e della crisi asiatica del 1998; ha annunciato che non tutto era a posto con il mondo dopo l’Y2K, e ci diceva all’inizio del 2000 che era probabile vedere un declino precipitoso. L’Hindenburg Omen ha dato tre mesi di preavviso prima del 9/11/2001, e ha previsto il panico di Ottobre 2002; ha avvertito, nel mese di ottobre 2007, che un tuffo di molti mesi del 16 per cento stava per iniziare. Ed ha avvisato tre mesi prima del crollo della borsa dell’autunno 2008 – primavera 2009 che ha distrutto il 47,3 per cento del valore del mercato azionario.



L’ultimo Hindenburg Omen del 2010, come si vede anche dal grafico in alto, non ha prodotto nessun effetto significativo. Questo di qualche giorno fa, per ora, non è stato confermato. Si tratta di un segnale comunque esoterico, per cui non penso sia saggio creare panico, ma nemmeno minimizzare il rischio nei mercati USA (che insieme a Giappone e Svizzera sono stati gli unici veramente produttivi) rilevato dall’Hindenburg Omen. Questo Omen ha lavorato per almeno gli ultimi 27 anni. E’ stato esattamente chiamato il crash del mercato azionario del 2007 e del 2008, quando il NYSE aveva incluso nel conteggio molti titoli che occupano posizioni significative in strumenti a reddito fisso. L’intera economia USA si è essenzialmente spostata da una base di produzione a una base finanziaria (e si sta ora muovendo in senso inverso). Questo rende l’Hindenburg Omen pertinente. Ritengo che sarebbe poco saggio ignorare questo avviso, specialmente alla luce di un segnale che ritengo molto significativo e che proviene dal mio indicatore proprietario di punti di svolta piu’ importante di tutti, il Thermic Indicator.



Come si vede dal grafico, questo indicatore – che non ho mai mostrato prima nonostante lo usi da anni e i cui segnali sono ovviamente collegati con l’oscillatore nella parte alta – ha un track record impressionante nell’individuare, ogni volta che compare, un punto di svolta significativo in entrambe le direzioni. Nelle ultime settimane è comparso due volte di seguito con due grosse frecce di colore rosso. Potete vedere benissimo dal grafico cosa è successo nelle precedenti occasioni.

Questa, ovviamente, non è una indicazione, ma un semplice oggettivo WARNING, per chi lo volesse prendere in considerazione, relativo alla situazione tecnica della borsa USA.

Perché, oltre al sostegno eterno delle banche centrali, i bonds salgono? Perché i mercati legati all’economia reale (BRIC e EMG) e le commodities scendono? Il mercato sbaglia, oppure ha ragione e sconta qualcosa che i dati dei prossimi mesi metteranno in luce? I colpi di coda e gli interventi a mercati aperti sono all’ordine del giorno in questo enorme sforzo di normalizzazione di questa struttura di Escher che sono i mercati del 2013. Ma ribadisco quello che ho già scritto: in situazioni del genere, per quanto sia consapevole che costa uno sforzo enorme in termini di disciplina e che ogni ora il mercato ti porta a cambiare idea e ad avere la sensazione di avere “perso il treno”, è opportuno mantenersi – ove possibile – prudenti. Il mercato ha sempre ragione e il suo rispetto va messo davanti a tutto, anche alle proprie opinioni personali. Le strategie dei miei modelli sono basate solo sull’azione reale del mercato e – difatti – i portafogli regolarmente pubblicati su www.cicliemercati.it avevano venduto tutte le posizioni sull’oro da mesi (vedi grafico di seguito).



Il mio primo maestro, il grandissimo Angelo Bertotti, mi diceva: lascia il primo 25% di un movimento a quelli “bravi”, lascia l’ultimo 25% a quelli “bravissimi”: tu concentrati sul 50% che c’è in mezzo. Anche se non smetto mai di provare ad andare oltre con la mia ricerca, come nel caso dell’indicatore di prima, il senso è che se non c’è trend e/o non c’è vera opportunità, il mercato puo’ diventare una questione di intraday trading o di interventi di brevissimo, ma non c’è spazio per una vera profittabilità basata su strategie di ampio respiro e sull’identificazione di opportunità: non c’è quindi logica per l’assunzione di rischi. Ed è quello che io desidero perseguire, limitandomi per ora a prendere atto delle situazioni e fornendo attraverso il sito www.cicliemercati.it – per quanto mi sarà possibile – indicazioni tempestive sul loro eventuale cambiamento."


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