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mercoledì 14 agosto 2013

CONSIGLIO DI LETTURA: COMINCIAMO CON SCEGLIERE CON ATTENZIONE LA NOSTRA BANCA E A SEGUIRNE ATTENTAMENTE LE VICENDE


Dopo i fatti di Cipro(paese membro dell'Ue, ricordiamolo) del marzo scorso, nonostante tutte le rassicurazioni e il passare del tempo, che hanno fatto cadere già nel dimenticatoio la vera e propria rapina compiuta a danno dei correntisti ciprioti, alla luce di quella che è la situazione italiana è bene capire che è assolutamente fondamentale per ognuno di noi, che ha della liquidità depositata presso le banche italiane, sapere scegliere con estrema attenzione la banca depositaria, seguendone costantemente le evoluzioni e  valutandone i rischi.


Sappiamo già come una prima mossa difensiva importante sia quella di diversificare fra diversi gruppi bancari(ricordiamolo, evitando banche magari diverse ma  facenti parte dello stesso gruppo)per capitali superiori ai 100.000 euro. 

A Cipro abbiamo visto che inizialmente si era scelta la strada di far pagare a tutti i correntisti, indistintamente, il costo del salvataggio, anche a quelli delle banche che non avevano alcun problema, scegliendo solo successivamente la seconda strada, indubbiamente meno azzardata di far pagare dazio - molto più sonoramente - ai soli correntisti delle banche messe male.

Se dunque la prima ipotesi resta tale, almeno per ora, sebbene abbiano già provato a farla diventare realtà(ed è bene non dimenticarsene), la seconda è già storia. 
E dunque, teniamolo ben presente.

Da leggere con attenzione dunque il bell'articolo di rischiocalcolato.it, che ha stilato una classifica in base agli ultimi dati trimestrali, in costante aggiornamento e da seguire costantemente (dato la situazione in costante mutamento), in base alla quale scegliere i posti più sicuri dove parcheggiare la propria liquidità, classifica in cui figurano ai primi posti banche note come Banca Generali e Intesa San Paolo.

Quelle da evitare tassativamente son ben note da tempo: Carige, Banca delle Marche e Banca popolare di Spoleto, a cui aggiungerei fra le grandi Mps per i motivi ben conosciuti.

Questi sono i dati di fatto. A voi la riflessione e le scelte conseguenti.










Aggiornamento: man mano che arrivano i dati di bilancio proseguiamo ad aggiornare il nostro database.


Non è più una economia per vecchi.

Fina dalla culla siamo stati abituati a pensare che tutte le banche sono uguali, se ci pensate bene l’espressione “avere i soldi in banca” è neutra e ispira(va) sicurezza. Oggi non è più così. Dopo Cipro dobbiamo prendere atto che per forza di cose il sistema di utilizzare anche i soldi dei correntisti per tappare i buchi creati da gestioni bancarie allegre, sconsiderate e fuori controllo diventerà certamente un sistema consolidato.

Vi prego di fare cadere ogni considerazione su se sia giusto o meno che siano i anche i correntisti a pagare e di considerare questo grafico auto-esplicativo:





Quello che state osservando rappresenta il rapporto (dati 2012) fra :

Il Totale degli a Asset Bancari divisi per nazione: Crediti posseduti dalle banche(Prestiti, mutui)+Investimenti diretti delle banche(Obbligazioni, azioni, Titoli di stato)+Riserve+Asset Fisici (immobili).

e

Il Prodotto Interno Lordo della Nazione di riferimento.

L’Italia (Grecia a parte, ormai rasa al suolo) pur essendo quella messa meglio ha un rapporto che si avvicina a 3, il Lussemburgo arriva a 22.5! . Cioè se mettiamo insieme prestiti, investimenti, riserve e immobili, il PIL del Lussemburgo è 22,5 volte più piccolo.

Quale lezione dobbiamo trarne?

In caso di grossi crac bancari, ove non bastino obbligazioni e azioni delle banche coinvolte, gli Stati NON POSSONO salvare le banche, non è che non vogliono è che proprio NON possono. Possono al massimo decidere se fare ricadere il costo del salvataggio su tutti i correntisti (Cipro Ipotesi 1, poi scartata), oppure fare pesare il costo del salvataggio ai soli correntisti delle banche coinvolte (Cipro Ipotesi 2, attuata)

Conseguenza: le banche NON sono più tutte uguali.

E’ meglio fare un minimo di scelta fra istituti bancari e stare con le orecchie ben tese quando sui giornali appare il nome della nostra banca.

Come scegliere la nostra banca?

Bella domanda a cui è difficile rispondere. Il criterio comunemente accettato che definisce il rischio bancario inteso come quantità di investimenti fatti da una banca rispetto al suo patrimonio è il CORE TIER 1 (RATIO), ovvero il rapporto fra investimenti bancari ponderati per il loro rischio e il capitale proprio della banca ( definizione precisa ).


Le norme di Europee prevedono come “minimo” (sindacale) un Core Tier 1 Ratio del 7% (del 9% per le banche sistemiche), il che significa che una banca “regolamentare” può effettuare investimenti ponderati per il rischio superiori a 14,28 volte il suo capitale proprio. Il che non pare una garanzia di sicurezza “estrema”.

Dunque un primo criteri per scegliere la nostra banca italiana è quella di controllare il suo Core Tier 1 Ratio, e siccome questo è Rischio Calcolato:





Scegliere una Banca con un Core Tier 1 Ratio superiore a 11% è di per se una buona norma, ma non basta.

La regola d’oro è seguire le cronache della propria banca sui media, persino con il caso Cipro c’è stato almeno un anno di tempo per scappare da Laiki Bank e Bank of Cyprus. Mai lasciare i propri soldi in una banca in odore di commissariamento, che fa giochetti con i derivati o con problemi giudiziari (vi ricorda nulla?).


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